domenica 5 febbraio 2012

La conquista della luna

Accanto. Erano li, l'uno accanto all'altra.In silenzio.
Il piu' delle volte il silenzio imbarazzava Safran che, pur di allontanarlo da se, diceva anche cose sconvenienti. Perche' il vuoto lo impauriva e doveva sempre riempirlo, qualunque cosa ci volesse per farlo.
Questa volta pero' no.
Questa volta stava godendo di quel silenzio. Dopo tante parole, dopo tanti discorsi. Il silenzio stava come creando un legame che a loro era sconosciuto fino a quel momento. Il silenzio per loro, fino a quel momento era assenza. Adesso il silenzio erano loro stessi.
Safran senti' che una sensazione nuova stava per arrivare, non sapeva bene cosa fosse, ma decise di non respingerla, per una volta nella sua vita. Di lasciarsi andare. Di giocare fino in fondo quella parte, perche e' cosi' che doveva andare, non c'era il giusto e non lo sbagliato.
Non senti' piu' il tempo, il prima e il dopo, non senti' piu' le voci della sua mente che dicevano cosa era meglio fare. Chiuse gli occhi e si abbandono' a tutti gli altri sensi, proprio come aveva imparato in quel museo dei ciechi di Milano.
Ed ecco che per primi arrivarono i profumi, tantissimi. Il mare prima di tutto, e poi la terra. E poi le piante sconosciute e infine il piu' desiderato di tutti: l'odore di Vania.
Poi arrivarono i rumori. Quasi una colonna sonora danzante, tra le foglie ampie delle palme mosse dal vento e il ritmico cullare delle onde. Voci di bambini in lontanza e il fiato di lei, sereno.
Venne il momento delle mani, che si mossero e sapevano dove andare. Si avvicinarono a quelle rotondita' solo immaginate fino a quel momento. Ne percepirono il disegno. Esplorarono quel mondo con curiosita' e delicatezza. Prima sui seni, poi sulle cosce e giu' verso i piedi a contare le dita. E quindi risalire fino al bivio e fermarsi ad ascoltare il mondo, dove tutto nasce. Africa.
Vania, reagiva in modo silenzioso. Ma Safran sentiva che il suo corpo stava vibrando.Lui poteva solo immaginarla nella sua mente. L'espressione del suo volto compiaciuto. E sorrideva dentro di se.
Il loro corpi si avvicinarano per attrazione naturale, A Safran venne un pensiero quasi di stupore per come tutto avveniva in maniera cosi' semplice. A quante parole perse a cercare di descrivere cose che i loro corpi conoscevano gia' benissimo. Baci a sfiorare tutta la pelle, le braccia che stringevano forte come per abbattere quell'ultima barriera che erano i loro corpi nudi, schiacciati l'uno contro l'altro. E le braccia guidavano sapienti ogni movimento. Gambe a intrecciarsi come rami di giunco. E poi il fuoco, la sensazione indescrivibile di essere per un istante infinito una cosa sola, e non temere niente e nessuno.
Di non distinguersi piu'.
Poi ritorno' impercettibile ancora il silenzio e una
pace. Non c'era un prima e non c'era un dopo. Solo fiato nel petto che sale e scende e le tante stelle sopra di loro nella notte azzurra. E di sguincio,  la luna.

venerdì 4 novembre 2011

bisdrucciola


Vania, sorridendo, si diresse verso una capanna non molto lontana da lì senza dire nulla a Safran, aprì la porta e si infilò dentro. Ne uscì qualche istante dopo a cavallo di una motoretta scoppiettante, color pistacchio, e sul capo un vecchio casco imbrattato di vernice arancione.
"Su su, forza Don Chisciotte, il nostro ronzino è ancora freddo, dobbiamo scaldarlo" - urlò Vania cercando di farsi sentire, nonostante il fragore assordante del "ronzino".
Safran non credette ai suoi occhi. Questa donna non finiva mai di stupirlo. In corsa salì in sella a Ronzinante e per tutto il viaggio sentì lo stomaco sobbalzargli in corpo, ma nonostante la nausea, il rumore, il fango che si alzava, si sentiva in paradiso, anche se... forse avrebbe dovuto essere lui alla guida... ma tant'è... si strinse forte ai fianchi morbidi di Vania e si lasciò condurre senza più pensieri, ripetendo tra sè e sè un passo del don Chisciotte:
"Lucidate le armi, fatta del morione una celata, dato il nome al ronzino e confermato il proprio, si persuase che non gli mancava altro se non una dama di cui dichiararsi innamorato. Un cavaliere errante senza amore è come un albero spoglio di fronde e privo di frutti, è come un corpo senz'anima, andava dicendo a sé stesso »
Dopo molto peregrinare, arrivarono finalmente in città, nella famosa via dei mercati, Biashara Street. Vania si tolse il casco e i suoi capelli erano buffi e spettinati, ma il viso era arrossato e svelava l'emozione del viaggio appena fatto. Anche Safran si sentiva particolarmente eccitato, la corsa in motocicletta era stata un'esperienza decisamente nuova per lui.
Safran si avvicinò a una bancarella che vendeva quaderni fatti a mano, in pelle o in tessuto e matite dalle forme più strane. Prese un quaderno con una copertina rossa, ricoperta da foglie di acacia: aveva un profumo buonissimo. Poi comprò una matita fatta con il legno di un baobab, o almeno fu quello che gli disse il vecchio venditore dalla barba lunga e grigia quando si prese ben 300 scellini, mostrando un sorriso sdentato.
Con il suo bottino prese Vania per un braccio, le infilò il casco, poi si diresse al ronzino parcheggiato poco più in là, con un calcio deciso mise in moto, si voltà verso di lei e disse: "Vieni mia dolce Dulcinea, ora ti porto al mio castello." Vania si lasciò trascinare senza opporre resistenza e questa volta fu lei ad aggrapparsi ai fianchi di lui, lasciando respirare i pensieri mentre si allontanavano dal caos del mercato per raggiungere un luogo misterioso.
Quando Vania riaprì gli occhi si trovò di fronte uno spettacolo meraviglioso. Non poteva crederci: quello era davvero un castello. Scese da Ronzinante, si tolse il casco e si avvicinò a quelle mura maestoste.
"Si chiama Forte Jesus, è stato costruito in epoca rinascimentale e..." disse Safran, ma non fece in tempo a finire la frase, che lei lo trascinò sopra le mura. "E smettila di fare il maestrino, ti ricordo che qua l'insegnante sono io, ma in questo viaggio tu sei Don Chisciotte e io Dulcinea, quindi sfodera la tua spada e corri a cercare i nemici del forte!"
Safran non se lo fece ripetere due volte, raccolse un ramo e iniziò a fendere la sua spada a destra e sinistra, correndo come un bambino su per le scale, mente Vania imitava il passo di una dama compita ed elegante, che cammina lentamente alzando leggeremente l'ampia gonna del vestito. Arrivati in cima al castello entrambi rimaseri a bocca aperta: davanti a loro l'immensità dell'oceano toglieva il fiato. Safran fece cadere a terra la spada, Vania smise di fare moine da donna di altri tempi ed entrambi si sporsero dalle mura per respirare tutta quella bellezza. Le loro mani si unirono. Rimasero così, in contemplazione di quella bellezza per molto tempo, poi un rumore li distrasse. Era lo stomaco di Vania. "Ehm... mio prode cavaliere... la sua dolce donzella avrebbe un leggero appetito, non è che..."
"Uff, sempre a rovinare tutto, e io che stavo per sfoderare uno dei miei romanticissimi baci da cavaliere errante" disse Safran imbronciato, ma quando vide l'imbarazzo di Vania la prese per la vita, la fece girare come una piroetta e poi correndo si precipitarono giù dal castello, ripresere Ronzinante e si diressero verso una bottega che avevano visto sulla strada. Mangiarono una focaccia buonissima, poi si diressero al porto e infine, quando il sole stava già per tramontare, tornarono alla capanna di Minha. Cenarono con della frutta davanti al mare, poi accesero un fuoco sulla spiaggia. Safran, davanti al calore del fuoco, aprì il suo zaino e tirò fuori il quaderno che aveva comprato al mercato, prese la matita e iniziò a scrivere. Vania non fece domande. Si diresse verso il mare, si spogliò e si fece benedire da quell'acqua così accogliente. Restò immersa per molto tempo e si lasciò andare ai pensieri più strani... ripensò alla sua infanzia, alle felicità mancate e alla paura che per troppo tempo aveva limitato la sua vita. Pensò alla bellezza che solo nella parola scritta riusciva a trovare, al suo sogno di diventare un giorno una scrittrice. Pensò al suono delle parole. Ce n'erano alcune così buffe... da piccola ripeteva spesso con il suo fratellino la parola COTONE... aveva un suono dolce, appena sussurrato, ma allo stesso tempo ironico... pensò ad un'altra parola che da sempre la faceva sorridere... poi uscì dall'acqua, completamente nuda si avvicinò a Safran che era ancora intento a scrivere. Safran sentì la voce di Vania che diceva: "Bisducciole... trovami dieci parole bisdrucciole e questa notte sarà perfetta.... "
Safran guardava Vania senza respirare. I capelli gocciolavano e l'acqua scorreva sui quei seni così belli, disegnati dalla luna. Non riusciva a vedere i suoi occhi, ma era come se conoscesse esattamente la loro espressione: furbi, guizzanti, ma anche infinitamente dolci.
Restando seduto davanti a lei, non distogliendo mai lo sguardo da quel corpo meraviglioso, sussurrò:
"
lasciatemeli.... parlamene.... scrivimelo.... abitano.... edificano.... dondolano.... aspettandosela...
portandogliele.... dimenticandosene... e...e...e....e.... "


giovedì 3 novembre 2011

Sognandomelo



Safran si sveglio' tutto sudato, guardandosi intorno come per capire dove fosse veramente. Avrebbe giurato che fino a pochi istanti prima non si trovasse in quella capanna africana.
Vania lo stava osservando perplessa accarezzando lentamente Bartolo che finalemente si era rilassato sulle sue gambe.
" Che cosa succede?" gli chiese lei con lentezza.
" Nulla...nulla" rispose Safran, "solo un brutto sogno".
"Parlamene".
"No... non lo so, era strano. C'eri anche tu ma forse no... non eri proprio tu. C'era Bartolo. E anche io ma ero...morto".
"Morto? E come si fa a sognare di esser morto? Non e' possibile".
" Gia'... per questo era un sogno proprio strano" fece Safran come se stesse aspettandosela, quella domanda.
"A volte le menti umane, durante i sogni,  fabbricano percorsi non lineari... si immaginano cose che non esistono, possono connettere elementi disparati che nella fase cosciente non sarebbero in grado di fare."
" Si ma, dammi almeno qualcuno di questi elementi, che non ci sto capendo nulla. So solo che ti sei svegliato di colpo tutto agitato, e anche durante il sonnellino continuavi a rigirarti e boffonchiare. Comunque capitano a tutti sogni bizzarri e poco logici, anche a me"
"Si lo so... ma a me di solito scivolano via subito, difficilmente riescono a rimanermi impressi, invece questo...Boh sarà tutto quel muschio che hai spruzzato nella capanna che mi ha dato alla testa".
" Va bene, ho capito che non me lo vuoi raccontare, ci rinuncio."
" Non e' che non te lo voglio raccontare, e' che forse mi vergogno"
"Scrivimelo allora"
" Ecco si, magari te lo scrivo, come se fosse un pezzo di cronaca di un quotidiano, dobbiamo solo trovare una penna e un foglio".
" umm, vediamo...dove possiamo trovarlo?... dovremmo andare a vedere nella casa qui a fianco dove abitano i parenti di Oba"
" No dai, non possiamo sempre approfittare di loro, siamo qui da due giorni e non abbiamo ancora visitato la città, cosa dici di andarcene a fare un giro e intanto cerchiamo un qualcosa su cui scrivere eh?"
"Ok, mi sembra una buona idea ma come facciamo ad andarci?
" Beh credo che in questo caso Minha sia la nostra unica fonte, chiediamoglielo!".
Uscirono e si avviarono verso la casa di fronte, si accostarono alla tenda dell'ingresso e chiamarono la padrona di casa.
Minha arrivo' con il suo figlio piu' piccolo in braccio e sembrava contenta di vederli. Fece un sorriso e aspetto' che parlassero.
" Noi... vogliamo.... andare ... in citta'... down town... capisci?" e Safran accompagno' lo scandire delle parole con ampi gesti pantomimici.
Minha sorrise annuendo ma non era chiaro se avvesse compreso la richiesta.
"Senti Vania, occupatene tu, che fra donne riuscite sempre ad intendervi".
E detto questo Safran usci' dalla casa. Dopo pochi secondi uscì anche Vania con un sorriso soddisfatto stampato sul volto.

martedì 13 settembre 2011

Una notte a Napoli


da "IL MATTINO" di Napoli del 22 Agosto 2011

NAPOLI. Strano ritrovamento, l'altra notte, in un parco pubblico vicino a Posillipo.
Due corpi, al momento non ancora identificati dalla scientifica sono stati rinvenuti privi di vita sotto una quercia, da una coppia che passava da li.
Le salme non presentano alcun segno di violenza ed erano perfettamente conservate e vestite, tale da pensare che il decesso non sia avvenuto molto tempo prima del ritrovamento.
Al caso sta lavorando la squadra omicidi dell'ispettrice capo Rosa Martini e al momento non sembra ancora chiaro in che direzione si sta muovendo la questura per risolvere il caso.
"Non siamo sicuri si tratti di omicidio" afferma Martini," propendiamo piu' per una sorta di suicidio concordato, la scientifica sta lavorando in queste ore per determinare le cause del doppio decesso".
Abbiamo anche raggiunto la coppia che ha rinvenuto i due corpi. Lui, un giovane napoletano emigrato al nord e  lei una turista in citta' per un viaggio di piacere.
" Eravamo seduti sulla panchina ieri notte, quando abbiamo sentito un gatto miagolare in modo strano" ha commentato  Ivana B." all'inizio abbiamo pensato al solito gatto randagio, come ce ne sono tanti in citta'.
"Ma poi l'insistenza del miagolio e lo strano suono che emetteva, quasi come un pianto, ci ha incuriosito e siamo andati a vedere.
" Il gatto era appollaiato ai piedi della donna e non voleva spostarsi. Anche quando sono arrivate le forze dell'ordine e hanno portato via i corpi, lui non voleva abbandonarla, tanto che  carabinieri ce l'hanno affidato in gestione perche' non sapevano come liberarsene. Adesso e' a casa nostra ancora un po' scosso, credo pero' che lo adottero', ci sono gia' affezionata".
"Il gatto puo' essere un elemnto chiave dell'inchiesta" ha sottolineato l'ispettrice Martini.
Ma veniamo alle stranezze riscontrate sui due corpi.
"La donna e' un'occidentale di eta' compresa tra i trenta e i quaranta anni", afferma Alessandro Cerchicchio , medico patologo, " di corporatura gracile e particolarmente delicata. La pelle molto bianca, come se avesse vissuto tutta la vita in un luogo protetto e quasi mai esposta al sole.
 " Aveva pero' la schiena ricoperta da una leggera ustione solare e sono state trovate tracce di una sostanza particolarmente profumata, una specie di unguento, che non abbiamo ancora identificato ma che escludiamo possa essere la causa del decesso. 
Un particolare da notare  e' che la vittima era vestita con una specie di tunica tipica delle zone africane, molto elegante, quasi da cerimonia. Alquanto strano visto la non appartenenza della donna alla stirpe africana. Questo dettaglio e' stato sottoposto agli esperti etnologo per cercare di  risalire alla provenienza di questo tipico indumento.
Il medico ha anche aggiunto : " una cosa che mi ha colpito e' stato lo sguardo della donna: non so spiegare bene, ma e' una cosa che non ho mai visto prima d'ora. Aveva gli occhi molto aperti, ma non con un espressione di spavento. Piuttosto di grande meraviglia.Come se avesse visto per la prima( ed ultima) volta della sua vita una cosa grande, e straordinaria, quasi impossibile da comprendere tutta con lo sguardo... lo so che sembra ridicolo, ma...insomma... ecco e' come se avesse visto per la prima volta... la grandezza del mare e non fosse riuscita a sopravvivere all'emozione".
Il corpo maschile, piu' o meno della stessa eta', indossava un paio di calzoncini e dei sandali, un abbigliamento tipico di questa stagione, sullo stile di quello che  indossano i vari immigrati che vediamo in citta', ma anche l'uomo non e' di origini africane.
"Anche su di lui nessuna violenza. Lo sguardo piu' triste ma sereno. Come segni particolari , aveva due cicatrici verticali dietro alle spalle e abbiamo trovato addosso al corpo piccole piume bianche appartenenti ad una specie di un uccello che non nabbiamo ancora identificato.
"Ma la cosa piu' strana e' stato che, nonostante  avesse il sesso indubbiamente maschile, nelle altre analisi che abbiamo fatto, si sono riscontrati invece le tipiche caratteristiche del sesso femminile. Se non fossi uno scienziato di provata convinzione laica e non avessi paura di  perdere la mia credibilita', direi che questi dettagli mi hanno fatto pensare ad una creatura angelica...ma questo non lo scriva la prego. Probabilmente e' stato un errore nelle ananlisi"
L'unico segno che possa deninciare una minimima violenza e' una impronta di una morsicatura sul  braccio , ma la stranezza e' che si presume  che il tipo di impronta dentale lasciata non appartenga al genere umano bensi' a quelle di uno scimpanze' o un ominide simile. Potrebbe essere un importante dettaglio per gli inquirenti dal momento che non ci sono molte scimmie a Napoli."
Ci segnalano anche che  nelle vicinanze dei due corpi e' avvenuto un ritrovamento abbastanza importante sul quale vige uno stretto riserbo. Dalle notizie trapelate sembra che abbiano rinvenuto una scatola di mogano contenente dei fogli di carta in cui si puo' leggere un racconto a due mani di un viaggio in Africa
I due protagonisti di questa storia si chiamavano Safran e Vania. Saranno anche i nomi delle vittime?
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa storia nei prossimi giorni.

martedì 5 luglio 2011

Bartolo quando vide il nuovo ospite fece un salto alto un metro e con il pelo rizzo si nascose dietro le gambe di Vania, soffiando a più non posso.
"Non preoccuparti amore mio, è innocua... forse - disse Vania accarezzando dolcemente il suo gatto - però... mamma mia come puzza! Safran, fai qualcosa, ti prego!!!"
Safran annusò la scimmietta e sorrise compiaciuto: "Profuma di foresta! Che vuoi fare, spalmarla di deodorante?"
Vania rimase assorta per qualche istante, poi si diresse verso la sua valigia, aprì il beauty ed estrasse una bomboletta gigante. Con un sorriso sadico diresse la bomboletta verso la scimmia, che spalancò gli occhi terrorizzata e, presa dal panico, affondò le sue tenere unghiette sulla testa di Safran, il quale, a sua volta lanciò un urlo ed iniziò a correre per la stanza, nel tentativo di staccare la scimmia dalla testa.
"Vaniaaaaaaaa!!! Ma che fai!!!! Smettilaaaaaaa!" Ma Vania pareva posseduta da uno spirito malefico e mirando la bomboletta verso il sedere pelato della scimmia, sparò un getto di gas al profumo di muschio bianco. La scimmia, disgustata da quell'odore, lanciò un urlo alla Tarzan, si staccò dai capelli di Safran e iniziò a correre per la stanza. Bartolomeo, ancora più terrorizzato, si appese alle tende della capanna, riducendole in brandelli. Intanto Vania, non contenta, continuava a sparare nell'aria proiettili al muschio e Safran osservava la scena quasi in trance.
Il tutto durò circa 3 minuti, ma bastarono a ridurre la loro meravigliosa capanna in un vero e proprio disastro.
Alla fine la scimmia riuscì a scappare dalla finestra, portandosi dietro un nuovo odore, che probabilmente qualche scimmietta donna avrebbe apprezzato.
Safran fissò Vania, che come se si fosse svegliata da un sogno, senza dire nulla, rimise a posto la sua bomboletta di profumo all'interno della valigia.

Ehm... Vania... solo una domanda... ma tu sai cos'è il muschio?" - chiese Safran con un mezzo sorriso.
"Ma certo - rispose lei sicura - fu il profumo dei re e degli imperatori ed il comune mortale lo poteva sentire solo nella scia dei potenti della terra. Il muschio è l'archetipo stesso del Profumo e possiede una potenza straordinaria sia nel senso olfattivo che per la sua azione sulla psiche e anche per le virtù creative!"
"Mh... vedo che sei preparata - disse Safran strofinandosi la barba, gesto che faceva spesso quando stava meditando qualcosa di gustoso. "Certo caro, ho letto un libro di medicina ayurvedica e in un capitolo si parlava proprio dei profumi!" - rispose Vania soddisfatta, sgranocchiando una fetta con la marmellata.
"Beh - aggiunse Safran sorridendo - mi sa che non hai finito di leggerlo quel capitolo, perché altrimenti avresti scoperto che il muschio è prodotto dal maschio di un piccolo cervo dell'Indù Kush e dell'Himalaya, un animale sedentario che marchia il suo territorio seminandoci palline di MUSCHIO che si formano sai dove?" "Ehm.... sulle .... orecchie?- rispose Vania lasciando la fetta a metà tra la mano e la bocca. "No no! - rispose Safran sempre più divertito. "Mhh.... in bocca.... - riprovò Vania posando la fetta sul tavolo. "No no no! - disse Safran iniziando a sghignazzare. "Non dirmi che.... - disse Vania con un filo di voce e trasformando il proprio viso in una smorfia di disgusto. "Già già.... proprio lì! Nei testicoli Vania!!! Hai presente quelle palline che stanno sotto la pancia? Ahahahahahah!!!!"



martedì 25 gennaio 2011

Gnambfomsa




"Gnambfomsa" mugugno' Safran con la bocca ancora piena.
"Eh?"
"Sam-bo-sa" scandi' lui, dopo aver deglutito l'ultimo boccone."E' uno dei piatti di cui avevo letto prima di partire, quando mi stavo informando su questo viaggio. Credo che siano queste specie di  frittelle ripiene, mi erano rimaste in mente perche facevano una bella assonanza con Mombasa... mmm...devo dire ....una vera prelibatezza."
"Si, dobbiamo assolutamente farci spiegare da Minha  come fa a farle, sono veramente squisite" confermo' Vania.
Safran piu' che soddisfatto del pranzo si abbandono' sul letto, disteso a torso nudo con lo sguardo fisso al nulla del  soffitto e un'espressione beata sul volto. Era felice.
Godeva pienamente di quello stato di grazia in cui tutto, anche le cose piu' fastidiose come il caldo che faceva in quel momento nella capanna, potevano essere considerati elementi fondanti della sua felicita'. Ogni cosa era al suo giusto posto.
Vania lo osservava divertita, era contenta che  finalmente  lui avesse trovato un po' di serenita' , dopo i periodi appena trascorsi, in cui sembrava sempre afflitto da dubbi e rimorsi.  Certo, sapeva che non sarebbe durata per sempre, che quello era solo un momento, uno stato di grazia effimero.. ma era giusto goderne.
Safran si stava quasi addormentando, anche perche' Bartolo, appisolatosi accanto a lui nel letto, lo stava cullando sventolando la sua estremita' pelosa con movimenti lenti e ritmati vicino al suo volto. "Non e' poi cosi' male questo gattaccio" penso tra se' prima di perdersi nel mondo dei sogni.
Non passarano  piu ' di dieci minuti quando un urlo di Vania mando' in frantumi  i suoi sogni di beatutudine e si sveglio' di scatto con il cuore che batteva a 120.
"Che c'e' Vania?" chiese tutto allarmato.
" Safran, svegliati... ho sentito un rumore strano proprio qui fuori dalla nostra capanna ma non vedo nessuno .... non so... potrebbe essere un animale pericoloso... ti prego svegliati, vai a vedere"
Safran non capiva bene a cosa si riferisse  e penso' che fossero le soltite paure femminili, ma dopo qualche secondo anche lui percepi' come un fruscio  proprio fuori dalla loro finestra e, da dove era lui, non si vedeva proprio nessuno.
Si avvicino' con cautela per guardare fuori dopo essersi premurato di brandire una servietta per contrastare  eventuali assalti.
Quello che gli baleno' nella testa era l'immagine di un serpente velenoso, il temibile Black Mamba, che aveva visto in un documentario sull'Africa. Dicevano che era la specie piu pericolosa in Kenya e un suo morso non laciava molto scampo. Pero' si ricordo' che in quella trasmissione dicevano anche che questi esseri  fuggono immediatamente se percepiscono dei rumori... e cosi' inizio' ad emettere con voce  tremante un suono: "aaaaahhhh.....aaaaaahhh" e alteranava questo suono con battito di mani e una battuta di piedi.
Con questa specie di ballo sciamanico si stava avvicinando con cautela alla finestra da cui era provenuto il rumore.
Senti' uno strano sbuffo dietro di se e voltandosi vide Vania che, in piedi su una sedia, tratteneva a stento le risate con una mano sulla bocca.
" Ma... scusa" si infurio'," io sto rischiando la vita  per te e tu ti metti a ridere?"
" Si, scusami e' che mi e' venuta in mente l'immagine di  Don Chisciotte.... " e poi mettendosi ritta e a testa alta si mise a declamare come fosse affacciata alla finestra del suo castello dorato" Forza! mio prode, difendi la tua Dulcinea dall'assalto dei draghi vendicatori.  Uccidi per me o mio eroe! dammi la tua prova d'amore e le mie grazie saranno tue  per sempre"  e, nel dire questo, porto' il dorso della sua mano sulla fronte e reclino' il capo in un gesto drammatico.
" umpf.. a me la cosa non fa molto ridere, sai? " boffonchio' lui, ancora tutto teso verso il "nemico" della finestra.
Prosegui' la sua fase di avvicinamento fino ad arrivare a  sporgersi dal davanzale . Non vide nulla finche' non guardo' verso il  basso.
" Presto Vania, allungami qualche pezzo di cibo che e' avanzato, ma tu stai lontana, mi raccomando" sussurro'  a bassa voce verso di lei senza guradarla.
Vania smise di ridere....si chino' sul tavolo e gli getto una frittellina " ma che cos'e'?" chiese di nuvo allarmata.
" Zitta!" urlo' a bassa voce....poi  appoggio'  la frittellina  sul davanzale  e ritiro' la mano immediatamente. Non passo' piu di un secondo e la frittella scomparve dalla loro vista. A Vania sembro' di aver visto per un attimo una specie di  manina pelosa.
"ODDIO!  cos'era Safran? ti prego, dimmelo!" .Bartolo intanto, percependo il pericolo della situazioine, si era  a sua volta svegliato dal suo torporte e, messosi sul letto in posizione di guardia con il pelo tutto arruffato, emetteva dei gnaulii che non davano certo un senso di tranquillita' a tutta la situazione.
Prosegui' Safran sempre sottovoce " Credo che siamo circondati da una popolazione pigmea cannibale, sono vestiti con pelli di giaguaro, portano denti di coccodrillo attorno al collo e hanno bastoni con infilzate teste umane. Non abbiamo scampo mia principessa, ma sapremo morire come si conviene ai valorosi cavalieri della Mancia, cioe' pugnando fino alla morte finche'  il nemico riconoscera' il nostro eroico gesto. E una volta morti ci venerera' creando un altare in cui posera', come esempio per le generazioni future, i nostri corpi imbalsamati"
Stavolta era Vania a non sorridere " non mi attira molto l'idea di essere imbalasmata, sai?"
Safran allora si sporse verso il basso e raccolse l'essere che aveva rubato la fritella.
Bartolo emise un urlo e con uno scatto degno della sua specie si rifugio' tra le gambe di Vania che era ancora in pedi sulla sedia con il  volto preoccupato.
Safran si giro' con una piccola  scimmietta in braccio che guardava tutti con occhi impauriti ma intanto mangiava di gusto il cibo che aveva appena conquistato.
'Che tenera!" si sciolse finalmente  Vania " ma non sara' pericolosa?".
" Non so, lei non mi pare... e' cosi' piccola...speriamo solo che non ci sia suo padre nei dintorni"
" E cosa ne facciamo adesso? Non possiamo tenerla con noi."
" E perche' no? Dove c'e' un gatto ci puo' stare anche una scimmietta no? Come la chiamiamo?

venerdì 14 gennaio 2011

rosso a fiori gialli

La mattina arrivò presto. Vania si svegliò che il sole era già alto. I raggi caldi illuminavano la capanna, mettendo in evidenza ogni più piccolo particolare della modesta dimora. Accanto a lui Safran dormiva abbracciato a Bartolomeo. Chi l'avrebbe mai detto che sarebbero andati così d'accordo questi due - pensò Vania sorridendo.
Con movimenti lenti si alzò per non svegliare i suoi uomini, e a piedi nudi raggiunse l'uscita della capanna. Scostò la tende, guardò fuori e... la meraviglia del paesaggio le allargò gli occhi fino a farle male. La sera prima era troppo stanca per riuscire a cogliere la bellezza che la circondava, ma ora finalmente si rese conto di dove realmente si trovava. Il mare, le palme, la sabbia bianca. Vania si sentì improvvisamente catapultata in una dimensione tutta nuova. Era libera. Libera. Non si era mai sentita così felice in vita sua. Senza più remore si precipitò in camera, con foga aprì la valigia e iniziò a gettare i vestiti sul letto, colpendo in piena faccia Safran con un paio di short rossi. "Finalmente vi siete svegliati! - urlò Vania continuando a rovistare nella valigia - fuori è bellissimooooo!!!!" Safran si mise seduto sul letto e si stropicciò gli occhi e Bartolomeo, accanto a lui, si stiracchiò mostrando la sua lunga lingua rossa. Entrambi guardavano Vania perplessi, non riuscendo a capire cosa stesse accadendo intorno a loro. "Eccolo!!! - esclamò infine Vania - e sorridendo si volse verso Safran e Bartolo mostrando loro un bellissimo costume a due pezzi rosso con fiorelloni gialli. Senza troppi convenevoli si spogliò e infilò il costume che le stava un po' stretto, poi prese la mano di Safran e lo strattonò fino alla porta. Safran non ebbe neanche il tempo di connettere e rendersi conto di quello che stava accadendo che si ritrovò davanti allo stesso spettacolo meraviglioso del paesaggio attorno a loro e il profumo violento del mare lo svegliò definitivamente. Vania lo guardò gioiosa, poi lasciò la sua mano e iniziò a correre verso il mare. Safran la guardò strizzata in quel costumino buffo e colorato e le sembrò una bambina spensierata. Era la Vania che preferiva, quella più spontanea e bella, forse anche meno pericolosa, perché più prevedibile. Ripensò alla Vania della sera prima, abbandonata sul letto, alla luce della luna e si ricordò del desiderio che l'aveva colto nell'accarezzarle la schiena. Poi pensò alla Vania di poco prima, che con scioltezza si era spogliata davanti a lui senza provare pudore o malizia e pensò a quante donne diverse convivevano in lei e questa cosa lo incuriosiva e nello stesso tempo lo spaventava.
Mentre Safran pensava a tutto questo Bartolomeo cercò di attirare la sua attenzione conficcandogli le unghie nelle gambe. "Bartoloooooooo!!! - urlò Safran - e si voltò verso di lui incontrando due occhioni azzurri che imploravano una cosa sola... CIBO!!!
Safran scoppiò a ridere, poi cercò nella dispensa qualcosa da mangiare, ma si rese conto che qua difficilmente avrebbe trovato cibo per gatti in scatolette.
Decise di rimandare il problema a dopo, Bartolo doveva aspettare. Ora c'era qualcosa di più urgente da fare.
Entrò in stanza, indossò il suo costume da bagno preferito, che trovò immediatamente nella sua piccola valigia e raggiunse Vania. L'acqua del mare lo svegliò definitivamente. Vania tentava di nuotare, ma il suo stile era davvero goffo e buffo. Safran la prese in giro, ma poi si offrì di insegnarle a nuotare con un po' più di "stile" e Vania lo rimproverò di voler sempre correggere ogni sua imperfezione, troppo suscettibile come sempre alle critiche...
"Ho fame!" - disse Vania mentre si rilassava facendo il morto a pelo d'acqua. "Anch'io! - rispose Safran - Ora vediamo di recuperare qualcosa da Oba."
Uscirono dall'acqua a braccetto, come due vecchi sposini, e quando rientrarono nella capanna trovarono Bartolomeo davanti a una ciotola vuota che si leccava i baffi soddisfatto e il tavolo di legno davanti a loro imbandito con pietanze succulente, frittelle, frutta, pane e salse dolci e salate.
Vania urlò felice, abbracciò Safran e gli diede un bacio schioppettante sulle labbra poi si mise a tavolo e iniziò a divorare il cibo offerto dal padrone di case Oba.